I nostri Auguri, quest’anno, li facciamo con i pensieri dei richiedenti asilo ospitati dalle nostre cooperative socie.
Sappiamo tutti che quando un sogno si diffonde… può trasformare la realtà.
Da sempre la cooperazione sociale sogna una società accogliente e solidale verso qualsiasi tipo di fragilità.
Dietro ad ognuno dei pensieri qui di seguito una persona, una storia, una vita… un sogno.
Dai dialoghi del gruppo di parola del 13 novembre 2018. I gruppi di parola nascono a Sol.Co. come gruppi di confronto e di sostegno per i richiedenti asilo ospitati dalle nostre cooperative socie, e sono pensati insieme agli operatori che gestiscono i nostri centri di accoglienza.
«Dio riuscirà ad aiutarci?»
«La mia situazione in Liberia è drammatica, mio padre è stato ucciso e la mia famiglia si è dovuta separare. Io vivo nell’angoscia di non sapere dove sono gli altri, potrebbero essere morti per la guerra o per l’ebola. Non posso essere felice qui con tutto questo dolore addosso.»
«Questo momento ci fa interrogare più che mai su che cosa significhi essere nelle mani di Dio, siamo così deboli e spaventati che dobbiamo cercare attraverso quali mani di uomini stiano lavorando le mani di Dio.»
«Questa legge non è una cosa giusta. Come facciamo ora con questa legge?
Come facciamo col tempo che manca alla realizzazione dei nostri progetti e che si sta allungando sempre di più?»
«Non avrei potuto arrivare fino a qui se non avessi potuto pregare e ora mi chiedo “che cosa pregano i politici?»
«Cosa farò quando non potrò più avere residenza, identità, diritti e sarò costretto a stare fuori dalle regole, dalla casa e dalla legge?»
«È terribile essere “fuori”, devi sopportare che tutti gli altri esistono e tu sei un fantasma.»
«Sì, come sono diventati dei fantasmi per noi i nostri familiari perduti, gli amici e gli amori.»
«Dio può parlare alla politica? Può lavorare sulla giustizia sociale? Perché chi governa non
capisce che veniamo dalla povertà? Perché non capisce le condizioni in cui si vive nei villaggi africani?»
«Se i politici sapessero come viviamo, farebbero queste leggi?»
«Perché gli uomini politici non pensano che ci sono italiani in tutto il mondo a lavorare e vengono accolti come esseri umani?»
«Ho l’impressione che questa legge stia preoccupando anche gli italiani.»
«Tutto quello che una certa politica fa sembra essere a partire dalla rabbia. Perché sono tutti così arrabbiati? E sono veramente arrabbiati con noi?»
«Fortunatamente abbiamo i nostri gruppi, quando siamo qui sentiamo il profumo dell’Africa e il suo linguaggio, stiamo per qualche ora collegati al posto da dove veniamo.»
«Sì è vero, però sentiamo anche la perdita dei nostri familiari.»
«Io non posso dimenticare la mia mamma e il mio papà, loro non vedranno mai che il 30 novembre compirò 18 anni. Una madre ha il diritto di vedere suo figlio diventare uomo.»
«Io sono pieno di angoscia. Eravamo cinque figli, quattro maschi e una femmina. Il piccolo è morto e la mia mamma si è ammalata. Siamo rimasti in quattro fratelli col papà. Poi è scoppiata la guerra tra anglofoni e francofoni in Camerun e ci ha separati. Tutta la notte penso a dove possano trovarsi gli altri e mi sembra che il mio cervello impazzisca. Non so più dove andare. Tornare indietro, ma dove? Andare avanti è impossibile. La morte pesa troppo sulle mie spalle.»
«Che bello! Stamattina stiamo mettendo insieme la grande storia con le nostre piccole storie personali: forse è proprio quello che dovrebbe fare la politica.»
«Io tra pochi giorni avrò 18 anni e vorrei tanto trovare un lavoro perché sento che la sola cosa che può aiutarmi è continuare a imparare fino a quando qualcuno mi lascerà lavorare.»
Il consorzio e l’Agenzia Lavoro di Sol.Co. rimarranno chiusi dal 24 dicembre al 4 gennaio.
Gli uffici riapriranno il 7 gennaio.