Il progetto “CA.RE. Interventi di cura in rete per migranti vulnerabili” è finanziato grazie al Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020 – Obiettivo Specifico 2.Integrazione / Migrazione legale – Obiettivo nazionale ON 3 – Capacity building – lettera j) Governance dei servizi – Qualificazione del sistema di tutela sanitaria

 

Il progetto ha come obiettivo quello di costruire una risposta integrata e di rete alle esigenze poste dalle diverse forme di vulnerabilità psicosociale dei migranti e, in particolare, di quelli ospitati nel sistema dell’accoglienza.

 

Rete dei partner:

Capofila: Comune di Mantova

–           Comune di Cremona, Comune di Desio,

–           ASST di Mantova, ASST di Monza, ASST di Cremona, ASST Spedali Civili Brescia,

–           Sol.Co. Cremona, Consorzio Comunità Brianza Sol.Co. Mantova, Mestieri Lombardia

 

Le azioni che si stanno sviluppando vogliono incidere:

1) sulla capacità complessiva di presa in carico clinica e sociale della vulnerabilità da parte degli attori del sistema di intervento psico-socio-riabilitativo nei territori del progetto, in modo che tali attori sappiano modulare l’intervento sulle esigenze del singolo;

2) sull’efficacia di trattamento degli interventi di presa in carico attraverso un rafforzamento dei percorsi psico-socio-riabilitativi;

3) sul consolidamento del lavoro di rete, in una logica multiagency e multi professionale;

4) sul miglioramento delle competenze etno-cliniche del sistema.

L’architettura metodologica del progetto mira a ri-consegnare al territorio (ai Dipartimenti e Centri di salute mentale, ai servizi di diagnosi e cura e, più in generale, a tutti gli attori che concorrono all’intervento clinico, sociale e riabilitativo) la responsabilità di presa in carico della vulnerabilità superando qualunque logica istituzionalizzante.

All’interno della comunità esistono alcuni attori (servizi sociali, soggetti del privato sociale, servizi sanitari territoriali) che intercettano diverse forme di sofferenza e bisogno sociale e a cui spetta la responsabilità di accompagnare l’utente nella rete dei servizi e degli attori, affinché essi, coordinandosi, disegnino il percorso di presa in carico e attivino gli attori della comunità, interni ai loro servizi o esterni ad essi, necessari alla sua realizzazione.

Maggiore è la fragilità dell’utente maggiore sarà il livello di accompagnamento, di indirizzo, di sostegno anche nella relazione con gli attori (della formazione, del lavoro) necessari a dare corpo ai processi di integrazione psico-sociale. Più il soggetto è vulnerabile e fragile maggiore sarà l’attenzione a stimolarne la partecipazione ai processi decisionali (l’empowerment), che costituisce l’essenza del processo di reintegrazione.

Questa logica di lavoro, fortemente integrata, multi agency e multi professionale, opera assumendo un approccio orientato al risultato che presuppone una responsabilità condivisa e non delegabile a partire da una ridefinizione degli elementi che fondano l’intervento tanto più con i soggetti vulnerabili migranti e che riguardano:

La costruzione delle reti che connettono attori diversi: reti sinergiche di lavoro, che, oltre a raggiungere obiettivi di integrazione socio-sanitaria dei servizi rispetto ad un utenza a-specifica, sappiano rispondere alle specifiche esigenze dell’utenza migrante e delle categorie più vulnerabili di tale utenza.

Le dinamiche di responsabilità tra gli attori della rete a partire da una ridefinizione del concetto di case management e del ruolo del case manager come il soggetto a cui spetta la responsabilità di negoziare l’intervento individualizzato con gli altri servizi della rete.

Lo sviluppo di competenze degli operatori attraverso la promozione delle loro capacità di operare nel e come sistema e di leggere il disagio pesando adeguatamente gli elementi sociali e psichici e con una interpretazione dei sintomi che tenga conto del background culturale dell’utente.

L’empowerment dell’utente per aumentare il grado di responsabilità che lo stesso assume rispetto al proprio percorso e di partecipazione attiva nel definirlo. Sono proprio questi gli elementi che rendono l’intervento proposto una vera e propria azione di capacity building, azione che insiste su tutti i nodi della rete, compreso l’utente con le sue conoscenze e competenze relative ai servizi e al progetto che lo riguarda.

 

Tutte le azioni realizzate nell’ambito delle linee di progetto comportano:

– Più efficace presa in carico dei soggetti nelle strutture di accoglienza per richiedenti asilo

– Maggior numero di soggetti migranti inseriti in percorsi socio-riabilitativi e meno soggetti migranti coinvolti in percorsi psichiatrico/farmacologici.

– Maggiori competenze in ambito entnopsichiatrico tra gli operatori dei sistemi di intervento socio-sanitario e riabilitativo e rafforzamento delle competenze cliniche nella presa in carico ad alta complessità etno-psichiatrica.

– Migliore integrazione tra servizi sociali e sanitari- riabilitativi e di accoglienza

– Migliore integrazione tra servizi pubblici e privati

– Incremento degli interventi etnopsichiatrici

– Aumento dei migranti vulnerabili presi in carico nell’ambito di percorsi socio-lavorativi.

-Riduzione del rischio di una eccessiva medicalizzazione degli utenti a ragione di una non adeguata comprensione delle diverse forme di diversità culturale.