Un anno fa –era il giugno del 2017- la Fondazione Gigi Ghirotti conferiva alla città di Mantova l’importante riconoscimento di “Città del Sollievo”: prestigioso attestato al merito dedicato ad associazioni, istituzioni, volontari e operatori sanitari in virtù del prezioso lavoro di assistenza e cura delle persone sofferenti svolto sul territorio.

Nasce proprio attorno a quest’evento l’idea di imbastire e rinforzare le maglie di una rete di soggetti impegnati nella costruzione di una città attenta alla sofferenza, in grado di educare alla tenerezza.

L’impegno si rinnova in occasione della “Giornata del Sollievo” il 4 giugno 2018 –a partire dalle ore 15.30- presso il Conservatorio Lucio Campiani -in via della Conciliazione 33, a Mantova- che ospita il Convegno “Sollievo, compassione e solidarietà: una nuova chiave di lettura”.

Idee, progetti, analisi e testimonianze improntati alla promozione della cultura del Sollievo dalla sofferenza fisica e morale in tutte le condizioni di malattia ed esistenziali, dedicata non solo ai malati ma a tutta la società, sollecitata a riconoscere, accogliere e confortare i bisogni che scaturiscono dal dolore.

Tra gli interventi, quello della D.ssa Monica Vaccari, psicologa, psicoterapeuta, coordinatrice della Residenza Sanitario assistenziale per Disabili “Il posto delle Fragole” gestita da Sol.Co Mantova- che ospita stabilmente 26 persone accomunate dall’incontro, in fasi diverse della vita, con patologie che comportano disabilità gravi e prognosi severe.

La D.ssa Vaccari contribuirà a delineare il profilo di una risposta nuova e articolata alle richieste di un’umanizzazione delle cure e delle relazioni con l’intervento “Io spero che la morte mi colga vivo” (cit. Marcello Marchesi). Partendo dall’esperienza del progetto di Hospice sul territorio mantovano, precedente all’apertura del reparto di Cure Palliative all’interno dell’ASST di Mantova, l’obiettivo dell’equipe di lavoro della RSD “Il posto delle Fragole” è la cura della persona nel corso degli anni, nei suoi aspetti corporei ma anche nelle relazioni, negli interessi, nei piaceri che possono essere riconosciuti e coltivati, curati e appagati anche laddove rischia di prevalere la sofferenza e le possibilità di guarigione non sono una prospettiva.