L’articolo di questa settimana della nostra rubrica #consigliutili dedicato alla comunicazione.
Buona lettura!

LA COMUNICAZIONE   

 “Un essere umano è coinvolto fin dall’inizio della sua esistenza in un complesso processo di acquisizione delle regole della comunicazione, ma di tali regole è consapevole solo in minima parte.  

La comunicazione è uno scambio interattivo fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cultura di riferimento. “ 

(Paul Watzlawick)  

  

La comunicazione, ossia il processo per mezzo del quale messaggi, opportunamente codificati, vengono scambiati tra due o più soggetti – di volta in volta emittente e destinatario – attraverso un canale, è una delle basi portanti del processo di socializzazione, in quanto permette all’individuo di relazionarsi con i suoi simili e di trovare la propria collocazione all’interno della società.  

Primariamente, è opportuno richiamare l’attenzione sul significato del termine “comunicazione” e sulla sua differenza con “trasmissione”, due lemmi a cui spesso viene data erroneamente la stessa accezione, così come, sovente, vengono confuse le relative modalità di interazione.  

Dal punto di vista etimologico il termine comunicare (da cui comunicazione), deriva dal latino communicare, mettere in comune, proveniente a sua volta dal termine commune composto di cum, insieme, e munis, ufficio, incarico, dovere, funzione, “compiuto con altri”. Il vocabolario Devoto Oli4 definisce “comunicare”, verbo intransitivo, come: essere in relazione verbale o scritta con qualcuno; scambiarsi consigli, informazioni, punti di vista, condividere, scambiare idee, emozioni, sentimenti. Questo scambio, questa “messa in comune” di informazioni, esperienze, conoscenze è l’elemento che co-costruisce la relazione tra due o più persone.  

Il termine trasmettere deriva dal latino transmĭttere, composto di trāns– “al di là” e di mĭttere mandare”. Si ha, dunque, intrinseca nell’etimologia, un’idea di movimento, di diffusione, di propagazione che può avvenire tra persone o tra elementi differenti. Il Devoto Oli, chiarisce come la trasmissione sia: inviare qualcosa, trasferire, diffondere, generalmente un’informazione, da una parte a un’altra o più, senza che vi sia alcuna influenza da parte del ricevente sul trasmittente, né che il messaggio trasmesso venga in qualche modo modificato nel suo contenuto a opera del ricevente. La trasmissione è, pertanto, tipica delle strutture gerarchiche, ove le relazioni umane sono essenzialmente improntate più al comando che a una costruzione comune (es. un ufficiale “trasmette” gli ordini ai suoi sottoposti, non li discute e co-costruisce con loro).  

Questa distinzione è fondamentale per comprendere quanto sia importante la propensione con la quale ci si accosta all’altro in una relazione.  

Avendo chiarito il significato del termine “comunicazione” possiamo ora soffermarci sulla sua differenza con “informazione”, due lemmi spesso confusi. 

Informare deriva dal verbo latino informāre che a sua volta è un composto della preposizione in e del verbo formāre. Letteralmente significa “dar forma, formare (qualcosa)” e per traslato “formare (la mente), istruire, educare”. Il vocabolario Devoto Oli indica infatti come primo significato corrente fornire di notizie, portare a conoscenza, mettere al corrente.  

Si può quindi affermare che l’informazione può costituire un contenuto della comunicazione.  

 

COMUNICAZIONE ≠ TRASMETTERE  

COMUNICAZIONE ≠ INFORMARE  

  

Per costruire una buona relazione, ancor più se si tratta di costruire una buona relazione di cura, va utilizzata una modalità nella quale entrambe le parti sono consapevoli e disposte a costruire insieme qualcosa, “mettendo in comune” quello che sono, che provano, che sanno, che pensano relativamente a ciò che li ha portati a incontrarsi, pur tenendo conto dei rispettivi ruoli e responsabilità. 

  

Si tratta di costruire una comunicazione, ove il messaggio trasmesso può essere elaborato, modificato nel suo contenuto dal ricevente e quindi rimandato, costruendo in tal modo una relazione.  

Una buona comunicazione presuppone, pertanto, una condizione di uguaglianza delle parti comunicanti: questo significa che esse si riconoscono reciprocamente e agiscono in quanto persone, concedendo l’una all’altra il rispetto e la considerazione che desiderano ricevere.